Credo che per interpretare correttamente la realtà occorra andare al di là delle proprie percezioni. Il mondo non ha una morale, nonostante ogni individuo gliene affibbi una in base al proprio stato d’animo. Dal mio punto di vista il mondo è un ente amorale che offre ai suoi ospiti più fortunati la possibilità di assecondare serenamente i propri bisogni. Sembra che le mie parole provengano da visioni individualistiche, ma in realtà derivano da convinzioni al cui centro si trovano sinergie simbiotiche. Il mio pensiero soffre inevitabilmente dei condizionamenti dell’epoca in cui vivo e credo che questa sia una debolezza ineluttabile. Poiché l’individuo, come segnala l’etimologia, non può essere scisso, credo che sia destinato a unirsi ad altri individui e penso che la sua unione, che io ho sempre tinto di romanticismo umano con uno stile eterosessuale, trascenda qualsiasi dogma. Due esseri viventi che congiungono le loro vite costituiscono l’espressione più potente della libertà . L’unione a cui mi riferisco non è un coito di fortuna, ma ha della caratteristiche più complesse tra le quali ovviamente si trova anche una sessualità profonda ed esplorativa. Le mie parole sono deboli perché, come ho già precisato, sono il frutto di pensieri scialbi che soffrono dei condizionamenti della mia epoca. Mi chiedo quale forma e quale sostanza avrebbero avuto queste parole se fossi nato cento anni prima o cento anni dopo a un’altra latitudine. Mi piace l’estetica dei miei pensieri, ma sono consapevole di come il contenuto delle mie elucubrazioni potrebbe risultare obsoleto a me stesso se lo consultassi dal futuro.