Mi trovo alle prese con emozioni estranee. Una schiera di vortici metafisici mi impedisce di scardinare le porte del regno dei cieli. Lo scetticismo guida opliti sadici verso le mie aspirazioni sentimentali. Vado incontro a pericoli illusori. Talvolta la somma di due esistenze sottrae serenità e provoca dolore, ma credo che gli effetti negativi di una relazione fallimentare siano solamente allucinazioni malcelate. Non conosco le meccaniche dell’amore, ma non penso che occorra un apprendistato dal sosia machiavellico di Cupido per imparare a mettere in conto i pericoli di una giornata di sole. Uso le parole e lo sforzo fisico per alleggerire un po’ il peso delle previsioni catastrofiche che accompagnano le ombre dei miei giorni speranzosi. Ho studiato a lungo le formule della tristezza artificiale e non lascerò che le delusioni traggano in errore la mia serenità. Mi sento pronto a varcare il confine che mi separa dalla forza che mi ha generato. Abbandonerò i miei desideri romantici se non riuscirò a concretizzarli entro alcuni anni e farò concorrenza a Maria Goretti in termini di castità. Non ho intenzione di iniziare a vivere certe emozioni a trent’anni e tanto meno avverto il bisogno di perdere la verginità solo per trascorrere un giorno anomalo. Mi sento come quando a Marty McFly, in “Ritorno Al Futuro II”, rimane poco tempo per tornare nella sua epoca a bordo della DeLorean. Se riuscirò a dare una forma tangibile ai miei desideri raggiungerò la pace dei sensi, altrimenti continuerò a scandire oziosamente il conto alla rovescia insito in ogni cosa. Credo che questa volta la mia valchiria si allontanerà e non mi porterà nel Walhalla.
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