Sotto la doccia mi sento amato dalla fantasia. Mi piace ruotare i rubinetti in ambo i sensi per regolare la temperatura e l’intensità del getto d’acqua. Mi lavo molto lentamente per rilassarmi il più a lungo possibile e compensare la mancanza di calore umano. Spesso mi masturbo sotto la doccia e lo faccio principalmente per una questione di comodità, ma devo ammettere che più di una volta le seghe hanno contribuito ad arricchire le meravigliose sensazioni che provo prima, durante e dopo questo consueto momento di igiene personale a cui, forse, attribuisco troppa importanza. Uso poco balsamo per i miei capelli rasati e consumo molto bagnoschiuma per placare il sudore ascellare. Sono solito immergermi in pensieri inutili per buona parte del tempo che trascorro sotto la doccia e per favorire le mie elucubrazioni appoggio quasi sempre la fronte sopra una piastrella senza prestare attenzione all’acqua che scivola instancabilmente lungo la mia spina dorsale. Ogni tanto l’aspetto teorico dell’erotismo mi invita a immaginare alcuni momenti di semplice intimità che si trovano a distanze siderali dalla mia realtà e soprattutto dalla mia doccia. Ho sempre desiderato insaponare il seno della mia ragazza invisibile, ma non sono mai riuscito a trovarlo. Dopo ogni doccia mi piace asciugarmi con calma, specchiarmi e deridermi con cattiveria. Non è la prima volta che tesso le lodi dell’acqua calda. Il mio bagno è un luogo ospitale e sono felice che i miei bisogni fisiologici mi portino quotidianamente tra le sue incantevoli mura.
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