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Icone e lava

Pubblicato mercoledì 15 Novembre 2006 alle 19:57 da Francesco

Le eruzioni vulcaniche illuminano le adunanze notturne dei fuggiaschi. Zampilli incandescenti penetrano la terra come spermatozoi pigri e lasciano fievoli scie che lambiscono le ombre in movimento. Fuochi enormi divampano attorno alle alture che un tempo ospitavano lo studio dei corpi celesti. I bambini osservano con stupore le fiamme e l’agitazione degli adulti. Gli scivoli di magma disegnano motivi asimmetrici mentre alcune emozioni oblique attraversano la popolazione inerme e danno vita ad aneddoti futuri. I movimenti viscerali della natura strabiliano gli esseri senzienti. Monologhi collettivi commentano gli eventi con inesattezze popolari, menti affette da manie di protagonismo partoriscono teorie inappropriate per spiegare ciò che è assiomatico e sacerdoti di campagna interpretano i fatti con la solita retorica della loro religione fallace. Le bolge si muovono confusamente verso le spiagge per bivaccare in attesa che un uomo sia disposto a fingersi forte per rasserenare i propri simili. In mezzo a sorrisi agnostici evaporano preghiere atte a implorare il perdono divino. Timori medievali trafugano la serenità dalle anime più suggestionabili e costringono individui biechi a simulare la fede in mezzo ai simulacri. La corsa agli armamenti monoteistici permette all’uomo di guadagnare tempo sull’inquietudine. La forza della ragione è troppo debole per placare l’energia sprigionata dall’ignoto. Gli schiavi di un dogma atavico cercano le ragioni delle catastrofi naturali sopra il palmo del loro dio artificiale.

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