Dall’esito di certe vite può sembrare che ogni uomo prima di nascere venga condannato in contumacia al proprio destino da un tribunale demiurgico. Non sono un fatalista e credo che il libero arbitrio sia l’arma più potente a disposizione della felicità umana. Alcuni individui mettono in atto ricerche lunghissime per trovare giustificazioni convincenti con le quali lenire le loro esistenze e trovo che ogni loro sforzo in questo senso sia tanto buffo quanto inquietante. Tallono il futuro senza troppe speranze e dirotto brevi sorrisi verso la possibilità che esista un passato precedente al passato che si trova dietro al presente. In certi luoghi e in certi tempi si può stare bene con un basco in testa e un fucile tra le mani. In questo momento vorrei conoscere la storia di chi azzarda passi solitari lungo scogliere immerse in acque freddissime. I fuochi accesi nei camini sospingono atomi nostalgici attraverso i miei condotti sanguigni e producono effetti sgradevoli per il mio umore. Una sensazione di déjà -vu accompagna le mie serate e lascia briciole di noia sopra il pavimento della mia stanza. L’unica forma di attrazione che provo è quella verso il centro della Terra e un po’ mi dispiace. Ho bisogno di coltivare dei desideri per dare un po’ di brio alla mia esistenza, ma per adesso non ne ho nemmeno uno che possa germogliare nel reticolo della realtà . Ogni giorno mi potenzio e lascio che pezzi di malessere scivolino addosso alla mia indifferenza. I tentacoli di un’angoscia ingiustificata provano inutilmente a frenare il mio slancio vitale. C’è una constatazione veritiera che devo fare per me stesso: ho ventidue anni e sono nel mezzo di una fase di transizione.