Due sere fa sono uscito per correre mezzora attraverso il buio novembrino, ma la luce plenilunare mi ha teso un agguato e non ha esitato ad abbronzare alcuni dei miei pensieri. Il mio esame di guida è stato rimandato a causa di una vertenza degli esaminatori. A me piacerebbe demolire la motorizzazione di Grosseto a colpi di Stinger. Le mie velleità distruttrici nascono e muoiono nell’arco di pochi minuti a discapito delle tasche dei trafficanti di armi. Sto abbastanza bene e mi diverto moderatamente con le mie solite attività. In questo periodo dell’anno le giornate imbruniscono velocemente e mi sembra che puntualmente una forza invisibile acceleri la cavalcata di ogni cosa verso la propria fine. Uso spunti fruibili per cibare la mia immaginazione e prevedo di trascorrere molti altri inverni senza che il calore umano irrompa nella mia esistenza per sostituire il riscaldamento a gasolio. Tollero abbastanza bene il freddo e sono trascorsi parecchi anni dall’ultima volta che ho indossato un cappotto. Per masturbarmi preferisco i profumi primaverili e le temperature estive, ma riconosco all’autunno e all’inverno delle qualità ineffabili. Credo che i ragionamenti basati sulle quattro stagioni vadano bene per un pizzaiolo non interessato all’innovazione culinaria e non penso che siano adatti per interpretare la ciclicità mutevole del tempo. Mi cadono piccoli ossimori dalle dita che si perdono in mezzo alla quotidianità delle mie parole. Non ho novità rilevanti da mettere per scritto e forse è un bene che io oda la solita sinfonia.
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