Ieri pomeriggio sono andato a fare una breve corsa fino alle pendici del Monte Argentario. Dopo lo sforzo podistico sono tornato a casa e ho trascorso il resto della giornata a cazzeggiare nella mia stanza. Attualmente c’è solo un impegno che mi attende ed è quello con la patente. Se potessi decidere il giorno nel quale affrontare l’esame di guida sceglierei il due novembre per ovvi motivi. Ho intenzione di recarmi in Francia per andare a Disneyland da solo prima che arrivi la primavera e spero che i prossimi mesi non cancellino questo mio grande proposito. Voglio mangiare cibo in confezioni colorate per vomitarlo all’interno delle attrazioni del parco giochi transalpino. Per adesso posso fare a meno delle vette tibetane e dei paesaggi neozelandesi. Mi chiedo quanta sia l’adrenalina che accompagna un corriere della droga attraverso le dogane e, se a questo mondo fosse concesso sbagliare, proverei a cercare la risposta sulla mia pelle. La cronaca mi ha fatto scoprire una band neonazista della Germania: i Landser. Il cantante del gruppo è stato condannato a tre anni di carcere a causa del forte odio raziale che caratterizza i suoi testi. Tranne poche eccezioni (Ramones, New York Dolls e Clash) non sono mai stato molto attratto dal punk e tantomeno da quello teutonico, ma devo ammettere che mi piacciono gli album dei Landser e quando li ascolto la mia immaginazione riproduce le grandi manovre della Wehermacht. Non sono un neonazista e non apprezzo i Landser solo per il loro sound, ma anche per le loro traversie giudiziarie.
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