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Ott

Mattina analitica

Pubblicato mercoledì 18 Ottobre 2006 alle 11:58 da Francesco

Se guardo i miei fallimenti in controluce riesco a scorgere un po’ di utilità. Non ho ancora i mezzi per emergere dal sotterraneo emozionale nel quale mi trovo da prima della mia nascita. Cartelloni ammiccanti mi offrono cibo cancerogeno e acqua avvelenata, e sono costretto a respirare tossine mentre perdo qualche secondo fatuo a leggere le loro preghiere di acquisto. Cerco di non perdere il passo della mia età, ma per ora la stanchezza cronica della mente non mi permette di superare i miei limiti. Sono stato bocciato un po’ ovunque e in particolare al corso dei legami sentimentali. La mia incapacità di instaurare un rapporto profondo è acclarata e va di pari passo con la mia totale inesperienza. Nel corso dei miei primi anni ho imparato a non tenere molto alle persone e questo meccanismo, che io definirei di difesa interiore, mi ha aiutato a vivere tranquillamente per un bel po’, ma solo ora mi rendo conto che si tratta di un’arma a doppio taglio. Per me l’isolamento è stato un ottimo passatempo dal quale ho imparato molto durante l’adolescenza, ma adesso, mentre mi trovo in rotta verso l’età adulta, capisco che l’isolamento non è più un modo per ingannare gli anni, ma una vera e propria sfida contro la mia natura sociale. Purtroppo non posso mutare il mio atteggiamento mentale da un giorno all’altro, poiché sarebbe nocivo e di conseguenza non mi servirebbe a un cazzo, inoltre non sono disposto a edificare rapporti solo per il bisogno di evadere dal mio stato solipsistico. Credo che certi legami debbano nascere spontaneamente, ma è ovvio che nel deserto certe cose facciano fatica a fiorire: senza un retroterra affettivo ci vuole più tempo per vivere date situazioni e non è detto che il soffio della volontà porti con sé la certezza di un risultato.

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