Finalmente è comparso qualcosa di nuovo nella mia vita: la caduta dei capelli! Per adesso ho solo una piccola alopecia sulla parte sinistra del cranio e non so ancora se sia passeggera o definitiva. Forse mi trovo di fronte a una calvizie incipiente ed è possibile che la cause si trovino nel mio stress inconscio. La natura non ha pietà di me: mi ha dato un pisello piccolo, i denti storti, meno di un metro e settanta di altezza, e questa simpatica alopecia. Per fare l’en plein aspetto con fiducia l’osteoporosi e il cancro. Alleno il mio corpo con costanza e sono sempre in peso forma per sentirmi bene, ma mi rendo conto di possedere una bruttura ereditaria dalla quale non posso staccarmi. Ho superato da tanto tempo il complesso della mia mancanza di bellezza e oggi uso la mia incapacità di essere avvenente per fare due risate alle spalle di me stesso. Non mi prendo sul serio ed è per questo motivo che riesco ad accettare con facilità i numerosi fallimenti che generano e che mi hanno generato. Sono il frutto di un ingranaggio difettoso e utilizzo la mia condizione per dare vita a uno spettacolo grottesco di cui sono il protagonista e l’unico spettatore. Penso che qualcuno nel mio stesso stato si senta rifiutato dal mondo, ma credo che in realtà un individuo non possa pretendere di essere accettato dagli altri se lui per primo non accetta se stesso. La mia bruttura non riguarda solo i limiti che mi ha imposto la natura, ma coinvolge anche il carattere orribile che ho forgiato in questi anni. A volte la bellezza fisica di una persona può compensare le mancanze intellettuali e viceversa, ma nel mio caso, e immagino che non sia l’unico, si trovano due strati di bruttura sovrapposti: uno fisico e uno morale. Scrivo queste cose per schematizzare le ragioni del mio stato solipsistico e per evitare che la mia psiche mi inganni con qualche stramba giustificazione. Ho già consumato la mia razione quotidiana di masturbazione e credo che dedicherò la mattina alla lettura e ai pesi.
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