Questo film in bianco e nero del 1950, ambientato a Città del Messico, narra le vicende di alcuni ragazzi di strada. Non è un film ottimista, come precisa una voce fuori campo all’inizio. Le prime sequenze mettono l’accento sopra il degrado sociale e sul folclore della società messicana. Lo sfondo sul quale si svolge la storia è formato da strade sporche, zone rurali e case fatiscenti dove gli abusi e l’indifferenza si attestano con facilità. I protagonisti sono Pedro e Jaibo: il primo è un ragazzino nato da uno stupro e il secondo è un ragazzo alto ed esile abituato a fare il capogruppo. Tutto ha inizio quando Jaibo fugge dal riformatorio e decide di vendicarsi di un ragazzo di nome Julian con l’aiuto del piccolo Pedro. Jaibo consuma la sua vendetta con ferocia, ma finisce per uccidere involontariamente Julian. L’omicidio preterintenzionale dà il via a una lunga spirale di eventi negativi che accompagnano Pedro. Durante questo vortice di eventi tragici compaiono più volte personaggi marginali che a mio avviso hanno una forte caratterizzazione. Il film mi è piaciuto a fasi alterne, ma non escludo che qualche lacuna interpretativa abbia condizionato le mie impressioni su questa opera di Luis Buñuel. Come al solito non rivelo il finale perché non voglio rovinare la visione di un eventuale internauta che arrivi su queste pagine tramite un motore di ricerca.
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