Ieri pomeriggio è venuto a casa mia un tipo bizzarro che conosco da un po’ di tempo e dopo alcune chiacchiere demenziali gli ho proposto di andare a Grosseto per girovagare fino all’alba come ne “I Guerrieri della Notte”. Orbetello non è certo Coney Island e dubito che a Grosseto si trovi una sola gang, ma per fortuna la fantasia permette di dare un tocco hollywoodiano alle mie proposte insensate. Siamo usciti di casa attorno alle venti e un quarto, abbiamo atteso l’autobus per la stazione e infine siamo saliti sul treno diretto verso la nostra destinazione. Siamo arrivati a Grosseto prima delle dieci di sera e ci siamo avviati subito verso il centro. Abbiamo camminato lungo il corso cittadino fino a quando un ristorante cinese ha calamitato la nostra fame. Adoro la cucina dei musi gialli e mi piace sentire discorsi concitati in una lingua che non conosco. Dopo l’abbuffata orientale ci siamo incamminati verso la parte est di Grosseto e siamo arrivati fino a Via Bianciardi, una strada che per me rappresenta un amarcord invernale di cui ho constatato il decesso, dopo di che abbiamo raggiunto un campo e io mi sono accomodato sotto un ulivo per defecare la cena cinese. Dopo la mia cacata e l’incontro con un rospo, abbiamo fatto marcia indietro e ci siamo fermati a lungo in un giardino pubblico. Verso le tre di notte abbiamo attraversato un parco buio e ci siamo imbattuti in uno scoppiato che lanciava berci potentissimi contro Diamond, ovvero il suo cane. Ho riso come un disperato per la follia notturna di quel ragazzo e ho accompagnato il mio ghigno a una lunga serie di bestemmie gioiose. Successivamente abbiamo fatto una seconda capatina nel corso di Grosseto ormai deserto e poi ci siamo diretti verso i binari ferroviari. Alla stazione abbiamo incontrato un senza tetto molto simpatico: spingeva un carrello della Conad, parlava da solo e ingiuriava con intensa passione delle persone immaginarie. Alle sei di mattina abbiamo preso il treno per Orbetello e così abbiamo portato a termine la lunga notte grossetana. Durante questa inutile odissea ho controllato le cabine della Telecom di mezza Grosseto per acchiappare le schede telefoniche abbandonate dalla gente e la foto che si trova in fondo a questo post mostra il mio bottino. Tra poco andrò a letto. Credo che anche in questa vicenda ci sia lo zampino del colonnello Claus von Auschwitz.
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