In questi ultimi giorni le mie orecchie sono state intrattenute da Same Cooke, Otis Redding, Michael McDonald, The Drifters, Pete Rock e da alcuni pezzi doo-wop, in particolare “I’m So Young” dei Students. Qualche notte fa ho visto “Welfare”, un documentario agrodolce in bianco e nero del 1975 sul sistema di assistenza e previdenza sociale statunitense. Il film mette in evidenza le contraddizioni del welfare state e documenta la disillusione degli indigenti, le parole irrazionali di persone affette da problemi psichici, la frustrazione delle istituzioni e di chi alle istituzioni si rivolge, il caos degli uffici e le traversie burocratiche. “Welfare” è un film di Frederick Wiseman, già regista di un documentario analogo, ovvero “Near Death”, anch’esso trasmesso da Fuori Orario all’inizio di agosto e di cui ho accennato qualcosa in passato. Non mi intendo di regia, ma al mio gusto naif sono piaciute le inquadrature asettiche di Wiseman. Ho alcune pellicole che mi attendono, ma in questo periodo mi limito a guardare le puntate delle ultime tre stagioni di South Park. Ho scoperto di apprezzare i documentari incentrati sulle problematiche sociali e penso che inizierò a cercarne di nuovi. Per adesso ho visto “Near Death” e “Welfare” di Wiseman, “Super Size Me” di Morgan Spurlock, “Bowling For Columbine” di Michael Moore e “Anam Il Senzanome” (l’ultima intervista a Tiziano Terzani) di Mario Zanot.