I resti di una speranza dondolano lentamente sopra un’altalena arrugginita. Il sole è ricoperto da macchie tumorali e il cielo è dominato da nuvole porpora colme di tossine. In un asilo nido fatiscente i bambini usano il plutonio al posto del pongo. In questo scenario corrosivo le crisi polmonari sono all’ordine del giorno e le complicazioni renali sono altrettanto frequenti. I reparti di ostetricia sfornano aborti vivi e questa vasta produzione di morte che respira è dovuta ai veleni artificiali che aleggiano ad altezza d’uomo. In una piccola piazza una donna ricurva si osserva in uno specchio rotto e conta le ferite purulenti che adornano il suo viso appassito. Un cane è riverso sulla strada, la sua lingua violacea tocca un tombino pieno di mozziconi e sembra che nessuna forma di vita senziente si preoccupi della sua agonia. Le bilance pesano i drammi, gli orologi scandiscono il count down al contrario e le gocce di sudore sgretolano lo spirito. Non esiste più acqua potabile e per placare la sete la gente può solo depurare i liquidi tossici che l’organismo umano riesce a tollerare con più facilità. Sintomi irriconoscibili si avvicendano nei quadri clinici e stendono il tappeto rosso per l’ingresso di nuove malattie terminali che non lasciano spazio nemmeno all’utopia di una cura. Il significato di felicità è stato rimosso dalla lingua comune per evitare che autori anonimi fomentino speranze deleterie nella loro civiltà depressa.
Il clima mite di questo dicembre inoltrato mi ricorda il periodo natalizio che ebbi a…
Una morte improvvisa ha colto una persona di mia conoscenza. Taluni lasciano il corpo senza…
Secondo me è assurda la pretesa di chiunque si aspetti sempre onestà intellettuale dagli altri,…
Mi appoggio ai silenzi che si susseguono senza soluzione di continuità, tuttavia con la stessa…
Funesti e ottobrini all'esterno, finora i giorni del corrente mese hanno invece irradiato la mia…