Ho un po’ di soldi da spendere, ma non so cosa comprare. In questo periodo non c’è nulla di tangibile che arrapi il mio lato consumista. Potrei recarmi all’ippodromo di Grosseto e “investire” il mio denaro nelle scommesse ippiche per ricavare un po’ di adrenalina, oppure potrei mettere piede nel Mezzogiorno e comprarmi la patente. Se fossi stato un filantropo avrei donato parte dei miei liquidi al primo stronzo per strada. Non posso usare le mie banconote per andare a puttane perché ho il pene troppo piccolo e provo una forte antipatia per le malattie veneree. Mi piacerebbe comprare un biglietto aereo per la Corea del Nord, ma il mio passaporto è scaduto e non ho voglia di aspettare intere settimane per il suo rinnovo. Alla fine utilizzerò i risparmi per costruire aeroplani di filigrana che planeranno sulle coperte del mio letto. Se avessi avuto il diabete avrei potuto fare incetta di insulina. L’ultima frase mi ha fatto venire in mente il mio tour ospedaliero. L’anno scorso ho fatto molti controlli medici per assecondare la mia fisima ipocondriaca e alla fine mi sono ritrovato con la seguente collezione di esperienze nosocomiali: un’anamnesi, tre analisi del sangue, un elettrocardiogramma, tre visite dermatologiche, un controllo ai reni, una rx toracica e quattro visite dal medico di base. Non avevo un cazzo. L’apatia ha amplificato i miei pensieri ipocondriaci e di conseguenza mi ha fatto vagare due settimane attraverso ambulatori lugubri e reparti ospedalieri. Più ci ripenso e più rido di me stesso. Sono davvero un coglione al quadrato.
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