Talvolta mi trovo ad ascoltare opinioni incoerenti spacciate per assunti incontrovertibili. Non di rado oracoli improvvisati si adagiano su cattedre traballanti e iniziano a pontificare le loro stronzate. Preferisco la masturbazione a molti discorsi tedianti e prolissi. Non mi sono mai piaciute le seghe mentali ed è per questo motivo che ho conseguito una laurea con lode in onanismo. Esiste un’organizzazione paramilitare di burattini saccenti convinta che un lessico ricercato possa colmare le lacune legate alla difficoltà di elaborare un concetto semplice ed efficace. Per me il verbo diventa amorfo quando tenta di dare una forma a un concetto vuoto. Ho trovato nella noncuranza la cura per gli sproloqui tubercolotici che sovente sono vomitati da bipedi alla ricerca di una sicurezza lessicale. Con “noncuranza” non intendo l’astensione dal parlare di quello che sto sottintendendo da alcune righe a questa parte. La noncuranza è solo una delle facce della la mia clavis universalis che utilizzo per scansare stilemi sommari. Sono tornato da una lunga corsa e dopo questa ridda di parole mi sento pronto per una doccia e per una cena a base di kebab. Ho sudato molto nella fase crepuscolare di questo sabato torvo e adesso mi appresto a godermi il refrigerio che mi sono guadagnato con una fatica entusiasmante ed estenuante. Il mio ginocchio sinistro chiede pietà, mentre il resto del corpo attende con ansia la sua ricompensa calorica.
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