Uno sconosciuto abita accanto ad alcune pedine grigie che non lo salutano mai, dalle sue parti la staticità e la statistica vanno a braccetto. L’oscurantismo della Chiesa si è evoluto, infatti il sermone domenicale spesso è seguito dall’approfondimento del gossip nazionale. Lo sconosciuto scrive poesie sulla carta igienica e poi ci si pulisce il culo. Il nepotismo è l’erede di Gengis Khan e da tempo immemore ha imposto i suoi vessilli sugli altopiani della meritocrazia. L’apertura mentale spesso è confusa con l’apertura anale, infatti non è un caso che più di un homo sapiens ragioni con il deretano. Lo sconosciuto ama incastrare pezzi di puzzle con il suo martello da muratore. L’uomo senza nome si è ripromesso più volte di portare via la spazzatura, ma i pezzi dei cadaveri di sua moglie e di sua figlia sono ancora nel freezer. Questo assassino anonimo è maleducato perché non si è ancora presentato ai carabinieri e non ha sdoppiato la sua personalità per fare le condoglianze a se stesso. Ogni venerdì sera lui ruba una sedia a rotelle dall’ospedale più vicino e la utilizza a mo’ di slittino lungo le discese della periferia. Una tragedia nella norma, nulla di speciale. Il piranha mediatico vuole qualcosa di più truculento per imbastire il suo palinsesto. Quindici minuti di popolarità in cambio di trent’anni di galera. Wahrol aveva ragione solo in parte.