Alcuni bambini senza volto fanno il girotondo attorno alle siringhe e accompagnano il loro gioco con una macabra filastrocca che non permette ai morti di trovare pace. Alcune ombre tentano di strangolare le persone che passano vicino al loro muro. Un vecchio puzzolente dorme sopra i vetri delle bottiglie di birra, ma egli non è un fachiro. La luce e il buio non hanno potere in questo reame di squallore e degrado. Il rumore delle marmitte scandisce gli aborti, le urla, le coltellate e il masticamento del pane raffermo. Numerosi falò di immondizia incrementano il caldo torrido che impera nelle strade e veicolano il puzzo dei cadaveri ornati a festa. Molte persone non hanno più i denti in bocca, infatti indossano collane composte dalle loro carie e dal fildiferro. Ogni tanto esplode qualche tuono per chiedere silenzio alla colonia di defunti ritardatari che affolla l’uscita della vita. La luce piromane brucia le camelie, mette a ferro e fuoco le articolazioni e incendia le stanze dei neonati. Lungo i marciapiedi si trovano croci bianche che spesso vengono annerite dalla caligine degli impianti industriali. La claustrofobia miete vittime nelle piazze e raccoglie gli scalpi in un carrello della spesa. In un piccolo negozio di alimentari tetro e sporco il metadone si trova accanto agli omogeneizzati. In questo loco chi non si suicida entro i primi vent’anni trascorre la vita a schizzare sperma sul televisore. Una famiglia cuoce una carogna e non vede l’ora di iniziare il pranzo di Natale.
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