L’altro ieri, tutt’a un tratto, ho notato una luce blu intermittente su una parete della mia stanza e dopo averla fissata per alcuni secondi mi sono alzato e mi sono affacciato alla finestra. Nella strada di fronte alla mia casa si trovava un’ambulanza con lo sportello aperto e appena l’ho scorta ho pensato subito di armarmi di macchina fotografica per immortalare il mezzo di soccorso. Mi piace la foto che ho fatto, ma non ne conosco ancora i motivi. Forse questa fotografia, che tra l’altro ho scattato in modo totalmente amatoriale, rappresenta uno squarcio di quel sapore urbano che ho assaggiato di frequente nelle grandi metropoli. Penso che le persiane socchiuse rappresentino gli occhi indiscreti che osservano le tragedie altrui e che spesso ostentano una finta indifferenza. L’oscurità delle persiane può significare la volontà di un singolo individuo di mettersi da parte per lasciare che i riflettori dell’attenzione siano puntati esclusivamente sull’evento che attira il voyeurismo collettivo. L’interno dell’ambulanza non è stato immortalato per caso e credo che esso simboleggi la morbosità con la quale talvolta l’individuo si dedica alle vicende altrui, specialmente quando esse hanno fattezze tragiche o grottesche. Credo la mia interpretazione della foto che ho scattato sia per me solo un modo per improvvisare una chiave di lettura scontata. O forse no? Non voglio salire su un’ambulanza, a meno che non debba rubarla per girare il mondo a sirene spiegate.
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