17
Giu

Banalità demoniache

Pubblicato sabato 17 Giugno 2006 alle 01:54 da Francesco

Sono state ridotte le pene a due membri delle Bestie di Satana. Andrea Volpe, ritenuto l’autore di tre omicidi, è stato condannato a trent’anni di carcere nel processo di primo grado, ma la corte d’Appello ha ridotto la sua pena a vent’anni. Sembra che un triplice omicidio non sia un reato eccessivamente grave. Andrea Volpe sconterà veramente tutti i vent’anni di detenzione? Ho dei dubbi che spariranno solo quando la Cassazione si esprimerà. Credo che condanne così lievi per crimini così gravi siano un’istigazione a delinquere. Le Bestie di Satana sono la perfetta rappresentazione dei ragazzi di provincia disadattati, in altre parole non sono altro che giovani ignoranti alla ricerca di una identità nella subcultura musicale e nella banalità dell’occulto. Conosco un considerevole numero di idioti alla ricerca della propria affermazione attraverso l’adorazione di un presunto antagonista cristiano, ma nessuno di essi è mai stato così stupido da mettere in pratica le proprie ciance: i più eruditi di costoro utilizzano citazioni di Baudelaire come intercalare e si vestono con felpe intarsiate con simboli esoterici alquanto ridicoli. Sono molteplici i gadget utilizzati dai menteccati che ho descritto poc’anzi: collane con simboli magici, dischi di black metal norvegese, anfibi ai piedi e una lunga lista di formule latine. Generalizzare è sempre uno sbaglio ed è quindi doverso distinguere chi assume un look dark per gusto personale da chi invece si addobba come un santone di Tele Maremma per sostenere la sua fragile identità. Alle volte mi chiedo chi sia peggio tra i Bambini di Satana e i Papaboys, tra una suora e una ragazza convinta di essere una wicca: i due estremi, ammesso che siano tali e che sia giusto definirli in questo modo, hanno molto in comune ed entrambi favoriscono la mia defecazione.

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16
Giu

Allarmismo

Pubblicato venerdì 16 Giugno 2006 alle 10:03 da Francesco

Mi incute timore la capacità dei media di creare grandi stati d’ansia. Qualche mese fa sembrava che il mondo dovesse prepararsi a una nuova pandemia, ma a distanza di tempo non è ancora successo nulla e i toni allarmistici dei telegiornali sono svaniti assieme all’interesse per l’influenza aviaria. In questi giorni alcuni organi di stampa e certi telegiornali affermano tutto e il contrario di tutto riguardo ai conti pubblici dell’Italia. È disarmante la confusione che i due poli riescono sempre a creare attorno alle più importanti questioni politche ed economiche della nazione. La matematica non è opinabile e per questo motivo mi chiedo come possa esistere discordia sullo stato dei conti pubblici. In questi giorni il nome di Tommaso Padoa-Schioppa echeggia ovunque ed è spesso seguito dalle parole “deficit”, “risanamento” e “PIL”. Quando ho letto che il governo vuole raccimolare quarantacinque miliardi di euro entro due anni mi sono chiesto se le manovre finanziarie saranno affidate a un lontano parente di Re Mida o al più casereccio mago Silvan. Non so nulla di economia e vivo con un po’ di apprensione questi momenti di fermento politico con cui giornali e telegiornali vanno a nozze. Taglio della spesa pubblica e aumento delle tasse, un modus operandi mai desueto. Qualcuno si è scordato di dire che l’Italia prima di tirare la cinghia deve fare il cappio. Spero vivamente che l’allarmismo di questi giorni sia solo un vezzo politico per fare propaganda e un vezzo mediatico per incrementare l’audiance.

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15
Giu

Dualismo emozionale

Pubblicato giovedì 15 Giugno 2006 alle 20:21 da Francesco

Un’altra giornata si sta eclissando. Oggi mi sono alzato alle tre di pomeriggio e non ho fatto praticamente nulla. Il mio tempo continua la sua corsa lungo un rettilineo apparentemente infinito in attesa che una mano ossea sventoli la bandiera a scacchi. Sono moderatamente felice, ma allo stesso tempo mi sento abbastanza incompleto: questo dualismo emozionale provoca forti alterazioni nel mio stato d’animo. Provo sentimenti lunatici: a volte sfioro l’estasi, altre volte la depressione. In certi momenti avverto il fiato sul collo di una clessidra parlante che mi sussurra con enfasi: “Sei in ritardo, svegliati, fai presto o non farai in tempo”. La mia crescita è stata anomala e prevalentemente isolata, non ho mai dovuto preoccuparmi del futuro e forse è per questo motivo che non sono mai entrato appieno negli ingranaggi sociali. Ogni tanto un po’ di nostalgia arrugginita fa palpitare gli anfratti più reconditi della mia interiorità. Non ho ricordi positivi o negativi che possano giustificare le dimensioni della mia nostalgia, perciò ritengo che quest’ultima riesca a insinuarsi nel mio io a causa del suo legame con il passato, in altre parole la nostalgia riesce a penetrare al mio interno perché appartiene a quella dimensione temporale che talvolta associo a un grande numero di possibilità decisionali ormai perse. Ogni tanto penso che l’origine del mio profondo dualismo emozionale sia dovuta a una mia ipotetica incapacità di apprezzare completamente ciò che sono e quello che possiedo. Francesco, il desiderio di qualcosa che ti completi è un atto di avidità o un vero bisogno? Sono le otto di sera ed è meglio che io abbandoni le lande della mia psiche per paracadutare rifornimenti sul mio stomaco.

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15
Giu

Mondiale castrato

Pubblicato giovedì 15 Giugno 2006 alle 01:21 da Francesco

È una vergogna che la Rai non abbia comprato i diritti televisivi per tutte le partite del mondiale. Mi manca quell’atmosfera nazionalpopolare tipica della visione in chiaro di tutti gli incontri della coppa del mondo. Non sono un tifoso e non seguo più il calcio a eccezione degli eventi internazionali più importanti, ma sono d’accordo con chi afferma che l’Italia è una repubblica fondata sul pallone. Se la Rai avesse risparmiato sui suoi cazzo di reality show e sui giochi a premi forse si sarebbe ritrovata con un budget in grado di soddisfare la fame calcistica dei suoi abbonati. Qualche ora fa un tipo di Sky mi ha chiamato e ha tentato di farmi abbonare al colosso di Rupert Murdoch. Non vedo il motivo per abbonarmi a Sky: il suo palinsesto non mi piace, tutte le partite del mondiale che offre possono essere viste in chiaro su alcuni canali satellitari senza pagare nulla e inoltre le dirette estere mi risparmiano lo sforzo di abbassare il volume del televisore per censurare la tediante telecronaca italiana. Penso che gli italiani dovrebbero pagare il prossimo canone della Rai in bond argentini. Se questo schifo fosse una favola terminerebbe in questo modo: “E così anche l’istituzione dei mondiali di calcio cadde sotto l’incompetenza dei burocrati italiani”. La notizia del mondiale dimezzato non è nuova, ma io sono venuto a conoscenza di essa poco prima che iniziassero i giochi. Un’ennesima delusione tutta italiana: che il claque applauda. Forse lo slognan della televisione di stato andrebbe cambiato da “Rai, di tutto, di più” in “Rai, sempre di meno, sempre peggio”.

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14
Giu

Henry Pioggia di Sangue

Pubblicato mercoledì 14 Giugno 2006 alle 23:05 da Francesco

Ho deciso di iniziare a spendere due parole riguardo ai film che vedo durante le mie notti insonni. Non sono un cinefilo, non so nulla di fotografia e montaggio e riesco a malapena a distinguere un campo lungo da un piano sequenza. La scorsa notte ho visto “Henry Pioggia di Sangue” basato sulla vera storia di un serial killer. Per molto tempo ho creduto che i film sugli omicidi seriali fossero pane per quei denti desiderosi di apparire dark e alternativi. Ho trovato abbastanza piatto “Henry Portrait of A Serial Killer”, tuttavia sono riuscito a guardarlo fino alla fine. Per tutta la durata del film ho aspettato un picco che non è mai arrivato. Mi sono piaciute le derive splatter e alcuni dialoghi, ma nulla di più.

Henry Piogga di Sangue
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14
Giu

Attrazione fatiscente

Pubblicato mercoledì 14 Giugno 2006 alle 07:17 da Francesco

Quando ero piccolo entravo spesso nelle case diroccate, quei luoghi un tempo abitati esercitavano una forte attrazione sulla mia fantasia infantile; mi piaceva immaginare i volti delle persone che avevano vissuto nei posti che visitavo di nascosto. Tavolini polverosi, intonaco sul pavimento, cornici rotte, libri illeggibili, forchette arrugginite e crepe pericolose. Su alcuni siti web è possibile guardare del materiale fotografico che riguarda luoghi domestici e lavorativi completamente abbandonati. Ho una visione un po’ contraddittoria della fatiscenza: essa per me è un ricordo malinconico che non provoca tristezza. Forse un giorno la mia casa sarà sommersa dalle acque, oppure diventerà la meta occasionale della curiosità di ragazzini che devono ancora nascere. Credo che non basti un bulldozer o una carica di esplosivo per annientare il contenuto mnemonico di una costruzione eretta per uso abitativo. Vorrei mettere una mano sulla parete della mia stanza, chiudere gli occhi e osservare tutte le persone che si sono avvicendate nel tempo all’interno della mia casa. http://www.urbanized.us è un sito web minimalista che mi ha colpito molto grazie alla sua raccolta fotografica di abbandono architettonico. Anche http://www.urbexforum.com offre molte immagini dello stesso tipo.

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13
Giu

I Campi Elisi

Pubblicato martedì 13 Giugno 2006 alle 19:37 da Francesco

Mi trovo di fronte a una stupenda casa vittoriana la cui facciata è addobbata con delle grandi piante rampicanti. I colori del tramonto estivo rivestono il campo da golf che si estende sinuoso di fronte alla magione; al di là della diciottesima buca si trova una baia bagnata dall’acqua cristallina di un oceano segreto. Una coppia di anziani cammina lungo il braccio di mare, mentre un giovane nativo americano osserva l’orizzonte. Due unicorni passeggiano in una radura esterna al campo di golf, alcuni cerbiatti sfregano i loro musi contro l’erba e poco più in là una giovane madre lascia che il suo neonato accarezzi una fenice. Fuori dalla barriera corallina un lungo panfilo lascia tracce spumeggianti che i delfini utilizzano come ostacolo da saltare. Il tempo sembra inesistente in questo remoto angolo della Terra dove gli atolli circostanti vengono inghiottiti e sputati fuori dalla marea. Tutti i libri sacri che descrivono un paradiso ultraterreno in realtà si riferiscono a questo luogo mistico. Quando il corpo muore una copia di esso viene trasferita in questa parte della terra senza che il defunto ricordi nulla delle sue esperienze passate. Non esiste un paradiso in cui si ritrovano tutti gli uomini, ma esiste un paradiso per ogni uomo. Ogni mortale raggiunge i Campi Elisi, nonostante la strada che porta a essi sia tortuosa e piena di insidie dovute alla precarietà della vita umana, ma questo deve rimanere un segreto tra l’individuo e la sua sofferenza.

Böcklin - I Campi Elisi

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12
Giu

Cronaca inerte di un giorno qualunque

Pubblicato lunedì 12 Giugno 2006 alle 16:36 da Francesco

Ieri sera ho salvato la vita a uno scarafaggio. L’insetto notturno si aggirava guardingo nella mia doccia ma invece di ucciderlo a piedi nudi l’ho chiuso in un piccolo contenitore di plastica e l’ho rimesso in libertà nella natura selvaggia del mio giardino. Questo gesto di clemenza influirà positivamente sul mio karma? La scorsa notte ho visto “Condannato a Morte per Mancanza di Indizi”, un film del 1983 con Michael Douglas nei panni di un giudice che si ritrova di fronte alle contraddizioni del sistema giudiziario statunitense. La pellicola non mi è piaciuta. In questo periodo non sono attirato dal cinema, infatti guardo pochi film e riesco ad apprezzarne ancora meno. Oggi sono un po’ annoiato e, come ormai ripeto da mesi in queste righe silenziose, vorrei fare qualcosa di diverso dal solito. Il vento apre e chiude con poco sforzo la porta della mia camera. La finestra aperta alla mia sinistra lascia entrare alcune risate che provengono dalla strada. Questa sera la nazionale italiana giocherà contro il Ghana; mi sintonizzerò su Rai Uno e guarderò la partita con la speranza di una vittoria da parte della formazione africana. Non sono un campanilista. Devo comprare una parabola: mi piacciono le fiction arabe e i telegiornali ungheresi. Spesso penso a un modo per divertirmi da solo, ma la mia elucubrazione finisce sempre in una grande risata a causa della prima cosa che mi viene in mente: la masturbazione. Ci sono molti altri modi per divertirsi da soli, devo solo trovarne uno che sia adatto a me. Vado a farmi una doccia sperando di non dover prestare soccorso ad altri scarafaggi.

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11
Giu

Oziando

Pubblicato domenica 11 Giugno 2006 alle 19:01 da Francesco

Ieri sera sono uscito per cercare qualche partita di calcio nella quale infiltrarmi, ma non ho trovato nessuno nei campetti e poco dopo sono tornato a casa e mi sono messo a palleggiare in salotto. La monotonia accompagna le mie giornate mentre io tento di escogitare un modo per renderle più piacevoli. Sono a corto di idee, ma non mi dispero; prima o poi mi verrà qualcosa in mente. Potrei prendere un po’ di denaro per recarmi in Normandia senza un motivo preciso, oppure potrei andare a Fiumicino a prendere il primo volo per la Germania e assistere a qualche partita del mondiale di calcio. Probabilmente non farò un cazzo e resterò a casa a elaborare improbabili modi per vivacizzare le mie lunghe giornate d’ozio. L’estate è bella e utile, ma non so come utilizzarla. Spero di riuscire a sfruttare il mio tempo prima di raggiungere la terza età. Forse non devo crucciarmi sul modo di passare il mio tempo, forse devo lasciare che tutto scorra in modo naturale e forse devo apporre un punto dopo questa frase; forse. Le persone che conosco sono tutte impegnate con la loro vita da giovani adulti e hanno poco in comune con me, per questo motivo le frequento occasionalmente e solo per brevi periodi. Tra qualche mese J. andrà in una grande città italiana e mi chiedo se il futuro abbia in serbo qualcosa di bello prima della sua partenza. Quando gli eventi mi sembrano una roulette russa io mi sento un croupier del KGB. Che cazzo c’entra la roulette russa? Lo ammetto: è solo un’immagine fuori contesto per riempire qualche spazio vuoto.

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11
Giu

Senza titolo

Pubblicato domenica 11 Giugno 2006 alle 16:00 da Francesco

Certi uomini giovani e aitanti profanano alcune tombe per puro divertimento, essi si dilettano a cancellare gli epitaffi e a colpire le lapidi con i loro martelli. A qualche chilometro di distanza dal cimitero, al secondo piano di una villetta, una cavalla in blue jeans pettina la propria criniera per provocare reazioni erogene allo stallone ad interim che ha illuso per la serata. Il maestrale infreddolisce le spalle di una donna sola e inconsapevole della malattia che sta proliferando nel suo fegato. Io cammino senza meta, con lo sguardo perso nel vuoto e le palle ingrossate dalla noia. Sulle scale del mio palazzo si svolge un carnevale improvvisato: i grossi coriandoli dei volantini pubblicitari investono i gradini che mi lascio alle spalle, passo dopo passo, strappo dopo strappo. La porta della mia abitazione è grande e sorda, ogni volta che le chiedo di aprirsi lei non sente e rimane immobile davanti a me. Qualche grido si perde nell’urbe senza che nessuno ci faccia caso. A ovest del mio naso si trova un masochista aggrappato a uno scoglio che attende i fendenti della risacca, mentre a nord-est della mia vita c’è una scala che porta alla Croce del Sud. Qualcuno è disposto a salire le rampe che portano alla suddetta costellazione per osservare il ciclo delle cose in sedici noni.

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