Ho addobbato la mia stanza con due bandiere: una dell’Arabia Saudita, l’altra della Corea del Sud. Voglio coprire le pareti della mia stanza con i colori di paesi lontani. Giugno non è stato un mese prolifico per la mia vita, non ho fatto praticamente nulla in questi ventisette giorni e non ho progetti per i mesi a venire. Il mio milgiore amico in questo periodo è un pallone sgonfio con il quale trascorro ore di palleggi e scatti. Tra qualche giorno inizierò nuovamente scuola guida, ma la voglia di mettermi al volante è poca. J. è lontana, penso che ormai sia evaporata dalla mia esistenza, io sono altrettanto distante da me stesso e non mi rendo conto del tempo che passa. Alle volte mi vedo come un equilibrista che salta sul nulla. Sembra che io non abbia molte ragioni per essere sereno, tuttavia la mia zappetta esistenziale continua a coltivare una tranquillità amorfa e ineffabile. Non ho nulla di cui preoccuparmi e nessuno a cui rendere conto delle mie azioni. Il blues del defunto Roy Buchanan accompagna lo strambo gaudio legato alla mia assenza di impegni e relazioni. Talvolta è tremendamente piacevole non avere un cazzo da fare. Alle vote credo che la mia inerzia mi infastidisca a causa della salutaria necessità di cambiamenti che caratterizza molti esseri umani. Trovo molto inquietante la ripetizione perenne e quotidiana delle azioni di una persona lungo tutto l’arco della sua vita.