Stamane mi sono svegliato a seguito di una polluzione notturna. Non mi piace eiaculare involontariamente e detesto i sogni erotici. In questo periodo mangio molta più frutta del solito e parlo ad alta voce con me stesso. Alle volte mi dispiace che i miei geni non siano granché. Non mi aggrada questa estate: la trovo eccessivamente calda e molto noiosa. Sono ancora alla ricerca di un modo nuovo per ingannare il tempo, ma finora non ho trovato nulla che mi soddisfi. Probabilmente continuerò a infarcire i miei giorni con le mie solite attività. Da piccolo speravo di vivere un’avventura come quella raccontata ne “I Goonies”, ma nelle vene dei miei primi vent’anni non è mai scorsa l’adrenalina. Credo che la noia sia la figlia putativa del benessere materiale, ma preferisco vederla come una brutta bestia che ho imparato ad addomesticare durante gli anni. Le mie parole sembrano atarassiche, ma in realtà riflettono qualcosa che in questo momento non sono in grado di definire. Più tardi mi recherò nell’ingresso della mia casa, inizierò a palleggiare e cercherò di non rompere nulla. Mi sento un dodicenne disadattato quando passo molto tempo a calciare un pallone per evitare che cada a terra. Mi diverte ancora giocare a calcio da solo e fare contemporaneamente la telecronaca delle mie azioni. Tra pochi secondi mi alzerò, mi recherò in bagno, mi farò una doccia per contrastare l’afa e poi mi metterò a tavola per pranzare di fronte a una sedia occupata dall’etere.
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