Certi uomini giovani e aitanti profanano alcune tombe per puro divertimento, essi si dilettano a cancellare gli epitaffi e a colpire le lapidi con i loro martelli. A qualche chilometro di distanza dal cimitero, al secondo piano di una villetta, una cavalla in blue jeans pettina la propria criniera per provocare reazioni erogene allo stallone ad interim che ha illuso per la serata. Il maestrale infreddolisce le spalle di una donna sola e inconsapevole della malattia che sta proliferando nel suo fegato. Io cammino senza meta, con lo sguardo perso nel vuoto e le palle ingrossate dalla noia. Sulle scale del mio palazzo si svolge un carnevale improvvisato: i grossi coriandoli dei volantini pubblicitari investono i gradini che mi lascio alle spalle, passo dopo passo, strappo dopo strappo. La porta della mia abitazione è grande e sorda, ogni volta che le chiedo di aprirsi lei non sente e rimane immobile davanti a me. Qualche grido si perde nell’urbe senza che nessuno ci faccia caso. A ovest del mio naso si trova un masochista aggrappato a uno scoglio che attende i fendenti della risacca, mentre a nord-est della mia vita c’è una scala che porta alla Croce del Sud. Qualcuno è disposto a salire le rampe che portano alla suddetta costellazione per osservare il ciclo delle cose in sedici noni.
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