9
Mag

Il solito concetto

Pubblicato martedì 9 Maggio 2006 alle 13:27 da Francesco

Sono in piedi da poche ore e, come spesso accade, mi sento in forma. Stanotte mi sono regalato poche ore di sonno, tuttavia ho dormito bene. Non ho nulla di particolare da scrivere, ma voglio occupare ugualmente queste righe. Tra meno di un mese compirò ventidue anni. Trascorrerò l’anniversario della mia nascita in compagnia di Federica, la mano amica. Non mi piacciono le feste di compleanno e nemmeno le scritte “happy birthday”. Penso che ventidue anni siano pochi per me. Spero di vivere a lungo senza che la comparsa improvvisa di un tumore o di un’altra patologia stronchi la mia vita. Ogni tanto l’ipocondria trova spazio nel mio relax. In questi giorni mi sono accorto che alcune persone hanno una visione distorta di me. Taluni confondono la mia accondiscendenza con la pigrizia, confondono le mie parole con l’incapacità di agire, confondono la mia affabilità con il bisogno di contatto umano e confondono il mio relax con la passività. Un’ampia fetta delle mie esigue conoscenze crede che io sia gay, ma io non lo sono e non ho intenzione di sforzarmi per convincere gli altri della mia eterosessualità: taluni confondono il mio romanticismo moderno, e quindi la mia verginità e la conseguente assenza di chiavate sanguigne, con l’omosessualità. Qualcosa non è chiaro a certi esseri umani: la mancanza di vita sessuale non significa omosessualità, ma al massimo può indicare una condizione asessuata che tuttavia non si confà al mio caso. Penso che molte persone abbiano paura dell’omosessualità e credo che costoro tentino di allontanare i loro dubbi sessuali proiettandoli su altre persone. Non temo l’omosessualità e non ho difficoltà a parlarne, ma io non sono frocio: almeno non in questa vita. Forse in un’esistenza passata sono stato una checca cortigiana? In questa vita ho voglia di lineamenti femminili: occhi chiari, capelli biondi, arti esili e cervello funzionante. A me piacciono le valchirie, ma posso sorvolare sopra la bellezza nordica a patto che il cerebro funzioni.

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8
Mag

Sigarette del cazzo

Pubblicato lunedì 8 Maggio 2006 alle 19:17 da Francesco

In passato ho già scritto qualche parola riguardo alla mia avversione nei confronti del tabacco. I fumatori mi disgustano, mi fanno schifo. Per me è aberrante vedere persone lavate e ben vestite che si dilettano con le boccate di fumo: il contrasto tra la pulizia esterna del loro corpo e il lercio dei loro organi mi provoca spesso un conato di vomito. Che ribrezzo, che orrore, che raccapriccio! Tendo a evitare chi fuma. Talvolta ciò che mi infastidisce, oltre al puzzo e allo sporco, è il movimento che taluni compiono con il mozzicone. In certi momenti vorrei avere una mazza chiodata per fracassare il cranio di chi appesta l’ambiente in cui mi trovo con la propria nube di sporcizia. Mi consolano i gravi problemi di salute provocati dal fumo. La drasticità del mio punto di vista è sicuramente dettata dalle schifezze che ho respirato da piccolo; sono contento che oggi molte delle persone che hanno appestato i miei polmoni, seppur occasionalmente, si ritrovino in una condizione di salute precaria. Di solito non accetto consigli e in particolare non li accetto da chi fuma. Mi domando quanto occorra essere coglioni per iniziare a fumare. Facce di culo fumanti, talvolta adornate con occhiali del cazzo che sporgono da visi prossimi al decadimento. Preferirei abitare in una baracca alla periferia di Nuova Delhi piuttosto che dividere un loft nel centro di Milano con un fumatore. So che ci sono altre fonti di inquinamento che attentano alla salute, ma nessuna riesce a infastidirmi tanto quanto l’accozzaglia formata da sigari, sigarette, pipe e altre amenità simili.

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8
Mag

Aurea mediocritas

Pubblicato lunedì 8 Maggio 2006 alle 04:22 da Francesco

I giorni trascorrono e io continuo a guidare il mio lento calesse con una spiga in bocca e un cappello di paglia in testa. Passo le giornate a guardare sottecchi la coda del quadrupede che mi traina lungo le strade sterrate di questa contrada senza nome. Non tocco mai le redini e tengo sempre le mani incrociate dietro la nuca. Ogni tanto qualche passante mi dà il buongiorno e la buonasera, ma la mia pigrizia mi vieta di ricambiare. Mi riposo ventiquattro ore al giorno, senza sosta. Ho scordato molte cose: una mappa, una meta da segnare sulla mappa e il colore dei miei occhi. Un giorno mi ribellerò alla pigrizia e chiederò a un passante di descrivere il colore dei miei occhi. Ogni giorno prometto a me stesso di fermarmi alla prima locanda, ma la mia è solo una promessa da marinaio rurale che si ripete ogni dì. Non ho tappe da seguire, ma solo toppe da cucire sopra la mia valigia invisibile. La mia calma detta la velocità del calesse: il mio somaro raglia annoiato davanti a me, il suo sforzo lento e ondulato fa muovere le due ruote in legno che sbriciolano piccoli frammenti di terra rossa. Ci sono solo distese di grano noiose e bellissime che la mia vista potrebbe scorgere se la tesa del mio cappello non la oscurasse. Mi sembra che ogni versta percorsa sia un movimento immobile. Non ricordo l’inizio del viaggio e sono convinto che non ricorderò nemmeno la sua fine. Abbasso il cappello e mi riposo un po’.

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7
Mag

Bloody Sunday

Pubblicato domenica 7 Maggio 2006 alle 17:03 da Francesco

Sono sveglio da meno di un’ora e non ho grandi progetti per questa giornata. Sto ascoltando “Funky Technician” di Lord Finesse & DJ Mike Smooth: piacevoli sonorità hip hop per iniziare la mia domenica. Anche oggi la cronaca mantiene le sue truci promesse quotidiane: morti ammazzati, incidenti, attentati e gossip. Tra le pagine insalubri di Tgcom ho scorto una notizia interessante che campeggia sull’home page del sito da alcuni giorni: mi riferisco all’apertura di un bordello berlinese riservato ai maschi vergini. Probabilmente mi recherei in Germania e pagherei sessanta euro per la prima mezz’ora di sesso della mia vita se il mio Super-Io fosse in grado di scindere il coito dall’amore o viceversa: questo significa che durante i prossimi mondiali, che si svolgeranno in Germania, io mi masturberò durante gli intervalli delle partite. In realtà ho scritto le ultime locuzioni per sottolineare un’ennesima volta la mia impossibilità di chiavare senza l’egida di un sentimento appassionato. È dai tempi della Juventus di Vialli e Ravanelli che non seguo assiduamente lo sport nazionale, tuttavia cercherò di non perdere nemmeno una partita della kermesse dei mondiali di calcio; so già che mi mancherà la telecronaca impeccabile di Bruno Pizzul. Faccio un passo indietro e torno alla cronaca. Pare che un certo Lucio, un uomo di trentaquattro anni, sposato e con due figli, abbia ingravidato e poi ucciso una ragazza di diciotto anni. Questo è uno dei tanti fatti di sangue che si verificano puntualmente. Chi ha la pazienza di mettersi a contare gli uomini sposati che hanno relazioni con femminucce sedicenni che potrebbero essere le loro figlie? Ci sono uomini over trenta, talvolta villosi e stupidi, che intrattengono relazioni con minorenni ingenue e sfortunate. Penso che questo tipo di relazione sia la trasgressione più banale che possa essere perpetrata nell’occidente annoiato. Chissà quanti SMS compromettenti stanno viaggiando nell’etere. Mi annoiano questi aneddoti tragicamente passionali perché ritengo che si assomiglino troppo tra loro per intrattenermi, ma non posso esimermi dal commento di alcune delle loro meccaniche.

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7
Mag

Deformità variabile di un poliedro verbale arzigogolato

Pubblicato domenica 7 Maggio 2006 alle 04:31 da Francesco

Sono rasato e non indosso né càmice né camicie di raso. La mia sedia sa di sedimento umano e se la dimentico la mia identità rimane identica. Il mio unico vizio è l’ozio di cui non sono mai sazio. La masturbazione non è turpe: chiedere alle truppe. Non serve un oracolo per calcolare quando eiaculo: scorgo precocità nel mio scroto scorbutico. La mattina è un mattatoio se mi alzo e sobbalzo per un corridoio corroso da corredi e da corde vocali cordiali. Mi ricordo i cardini di un cardinale cardati da un cardiochirurgo codardo. Gli inni suonano tutti gli anni, tutti gli anni alcuni alunni studiano gli Unni, mentre io m’impegno per un disegno indegno di Minnie. La mia mano è una manna mandata, mi hanno detto, da mandolinisti ben vestiti. Musicisti senza muse e senza pause che capitano nelle case e lasciano cadere delle cose: così accade che ogni dècade il sonno dei sogni decade. Non è scrittura scaltra scritta da un circense circoscritto: è un arzigogolo relegato a regole irregolari per il realismo di Gogol’ o per il fascino del fascismo del gol. Mestruo magenta vicino a un’agenda sullo sfondo plumbeo: palombari anomali e bipedi in parte calamari per regressioni complementari in situazioni elementari. A sud del Cairo ormai c’è una meta cara alle cariche caricate sulle carcasse camminanti: kamikaze deambulanti tra ambulanti, ambulanze e mattanze sonnambule. Concludo collidendo contro un chiodo.

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6
Mag

Melodramma e ilarità

Pubblicato sabato 6 Maggio 2006 alle 20:19 da Francesco

Ieri sera è venuto un tipo a casa mia che mi ha parlato dei suoi problemi amorosi e io ho approfittato delle sue parole per farmi qualche risata. Per me le persone che danno toni epici alle scelte sentimentali rappresentano delle ottime fonti di ilarità. Ogni tanto odo dei discorsi sull’amore che mi sembrano estrapolati da una puntata pilota di Dawson’s Creek, ma ciò che mi sollazza non è tanto il contenuto di questi discorsi quanto le espressioni facciali delle persone che esplicitano il proprio punto di vista con un impeto simile a quello delle vecchie televendite di Vanna Marchi. Credo che le persone talvolta amino complicarsi la vita per immedesimarsi in improbabili fotoromanzi. Penso che sia controproducente affrontare certi discorsi con perfetti estranei e nasconderli alla propria metà. Se una menade avesse in affitto il mio battito cardiaco io non le nasconderei mai nulla: perché dovrei legarmi a una persona per ingannarla? Talora certe persone tentano di allestire melodrammi e pantomime, ma spesso le loro rappresentazioni non sono altro che brevi spettacoli di cabaret. Penso che la vita abbia due tipi di difficoltà: il primo tipo riguarda l’ambiente e le condizioni in cui vive l’individuo, mentre il secondo tipo concerne gli ostacoli che l’individuo si pone durante la propria esistenza. Ho notato che molte delle persone da me conosciute in questi anni adorano prepararsi corse a ostacoli che talvolta non riescono a completare. Sono contento di non essere un centometrista, nonostante io sia in grado di correre velocemente. Adesso vado a chetare la mia fava.

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5
Mag

Chiamate 899

Pubblicato venerdì 5 Maggio 2006 alle 23:32 da Francesco

L’estate scorsa avevo circa cinquanta euro di credito sul cellulare, ma non avevo nessuno da chiamare, così decisi di intrattenermi con le linee erotiche che sovente popolano i palinsesti notturni delle emittenti televisive regionali. Una delle prime volte che chiamai mi rispose una signorina, con la voce simile a quella di Franco Califano, e mi disse: “Ciao bel maschio, come ti chiami?”. Io non risposi nulla e ansimai per qualche secondo. Alla fine la signorina, con la stessa grazia di un carro armato sopra una pista ciclabile, mi disse: “Se devi solo respirare puoi attaccare subito, brutto stupido!”. La centralinista terminò la telefonata e io esplosi in una risata lunghissima. Le notti seguenti chiamai di nuovo alcune linee erotiche, ma riuscii a masturbarmi solo una volta e ben presto decisi di abbandonare il meraviglioso mondo delle frasi eccitanti a un euro e ottanta centesimi più IVA al minuto. Quelle ore notturne non hanno favorito la mia attività masturbatoria, in compenso mi hanno regalato delle piacevoli risate estive. Mi piace narrare gli eventi comici della mia esistenza perché adoro ridere di me stesso: mi ritengo un personaggio grottesco. Nei prossimi giorni passerò in rassegna i miei ricordi per cercare altri aneddoti con cui dileggiare la mia persona. Alle volte mi sembra che il sarcasmo delle mie parole sfiori il cinismo e il cattivo gusto.

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4
Mag

Ciance prima della cena

Pubblicato giovedì 4 Maggio 2006 alle 19:11 da Francesco

Sto ascoltando una raccolta dei B.U.G. Mafia, un gruppo hip hop rumeno che Bogdan mi ha fatto conoscere circa tre anni fa. La mia stanza è avvolta dall’oscurità, ma tra poco provvederò alla sua illuminazione con la potenza elettrica di qualche watt. Alle volte per avere un lampo di genio basta premere l’interrotture degli effetti speciali, ma non è sempre facile cercarlo a tentoni nel buio. In questo momento mi piacerebbe bere una lattina di Sprite sopra il sedile di un caterpillar e guardare i cactus vicini all’ombra dei cingoli. Più tardi delizierò il mio palato con cucchiaiate di yogurt ai mirtilli. Alle volte temo per la mia salute perché mi domando se la preparazione industriale dello yogurt possa provocare effetti cancerogeni sul prodotto finale: ogni tanto la mia abbondanza di tempo mi trasforma temporaneamente in uno psicotico ipocondriaco. Mi sento davvero bene in questi primi giorni di maggio, in realtà è da molto tempo che una beatitudine invisibile accudisce la mia esistenza. Sono un po’ sorpreso e compiaciuto dall’esiguità di momenti grevi che hanno caratterizzato il mio ultimo anno: devo scoprire il mio trucco, brevettarlo e infine commercializzarlo. Sono un ventunenne ripetitivo e la mia vita è ancora incompleta, ma l’asse che regge il peso del mio tempo è più resistente della determinazione di un kamikaze. Mi sento molto fortunato e tento di capire le leggi che regolano le concessioni delle botte di culo. Se i disegni divini esistessero davvero non sarebbero altro che scarabocchi orrendi di un dio affetto dalla sindrome di Down.

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4
Mag

Metafisica e imprecazioni rumene

Pubblicato giovedì 4 Maggio 2006 alle 16:44 da Francesco

Anche oggi il relax vige sulla mia vita. La temperatura della mia stanza è perfetta e come al solito non vedo preoccupazioni all’orizzonte. Io sono in posizione fetale all’interno di una bolla di tranquillità. Mi piacerebbe vivere in eterno ed essere testimone dell’evoluzione umana e della conquista spaziale. Sono ancora giovane, ma ho già ponderato a lungo l’ineluttabilità della morte e sono riuscito ad accettarla senza aggirarla con convinzioni melense di carattere religioso. Per me è importante recitare “memento mori” in chiave laica e non trappista. Nella mia intimità l’interrogativo sulla fine della vita ha lasciato il posto all’interrogativo sulla fine della morte. L’ho già scritto in passato e lo ripeto di nuovo: sono certo che l’umanità prima o poi riuscirà a risolvere gli enigmi legati all’origine e alla fine della vita. Ci sono molte domande senza risposta e per questo motivo ritengo che la visione dell’esistenza umana possa subire un grande sconvolgimento. Credo che una nuova rivoluzione copernicana sia in gestazione all’interno delle menti di futuri scienziati che oggi non sono altro che spermatozoi. A proposito di sperma: devo ricordare di masturbarmi, le mie palle abbisognano di leggerezza. Come sempre non ho nulla in programma per la sera. Quest’oggi Bogdan è venuto a Orbetello per cercare lavoro e adesso si trova davanti al mio secondo PC. Approfitto di queste righe per annotare una simpatica imprecazione della terra dei Carpazi: a-mi bag pula-n gura la toti italieni.

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3
Mag

Nove chilometri meditabondi

Pubblicato mercoledì 3 Maggio 2006 alle 19:21 da Francesco

Sono tornato a casa un’ora fa. Stamane ho effettuato la mia dodicesima guida e nel primo pomeriggio ho percorso nove chilometri a piedi: il sole non ha mai smesso di cuocere il mio neurocranio per tutta la durata del cammino. Appena tornato a casa mi sono fatto una doccia fredda e ho mangiato un po’ di yogurt e due kiwi: credo che più tardi farò una cacata abbastanza ingente. Sono un po’ stanco e mi sento particolarmente dolce. Qualche notte fa ho sognato una ragazza che non vedo da dieci anni. Lei è una bionda nata due anni dopo di me e ultimamente ricorre spesso nei miei sogni. Mi chiedo cosa si nasconda nel mio inconscio e mi domando se la mia amica d’infanzia, che mi fa visita nel sonno, si sia tinta i capelli. Lei si chiama I. e se oggi la incontrassi probabilmente non la riconoscerei. A proposito di iniziali: J. sta svanendo dalla mia mente e credo che le ragioni siano imputabili alla staticità del nostro dialogo. Mi sento bene fisicamente e interiormente, nonostante la mancanza cronica di una reciproca intesa pregna di complicità. Nelle prossime ore ozierò. Conlcudo queste parole con l’ascolto delle rime yankee di Cam’ron sull’album “Purple Maze”.

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