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Il solito concetto

Sono in piedi da poche ore e, come spesso accade, mi sento in forma. Stanotte mi sono regalato poche ore di sonno, tuttavia ho dormito bene. Non ho nulla di particolare da scrivere, ma voglio occupare ugualmente queste righe. Tra meno di un mese compirò ventidue anni. Trascorrerò l’anniversario della mia nascita in compagnia di Federica, la mano amica. Non mi piacciono le feste di compleanno e nemmeno le scritte “happy birthday”. Penso che ventidue anni siano pochi per me. Spero di vivere a lungo senza che la comparsa improvvisa di un tumore o di un’altra patologia stronchi la mia vita. Ogni tanto l’ipocondria trova spazio nel mio relax. In questi giorni mi sono accorto che alcune persone hanno una visione distorta di me. Taluni confondono la mia accondiscendenza con la pigrizia, confondono le mie parole con l’incapacità di agire, confondono la mia affabilità con il bisogno di contatto umano e confondono il mio relax con la passività. Un’ampia fetta delle mie esigue conoscenze crede che io sia gay, ma io non lo sono e non ho intenzione di sforzarmi per convincere gli altri della mia eterosessualità: taluni confondono il mio romanticismo moderno, e quindi la mia verginità e la conseguente assenza di chiavate sanguigne, con l’omosessualità. Qualcosa non è chiaro a certi esseri umani: la mancanza di vita sessuale non significa omosessualità, ma al massimo può indicare una condizione asessuata che tuttavia non si confà al mio caso. Penso che molte persone abbiano paura dell’omosessualità e credo che costoro tentino di allontanare i loro dubbi sessuali proiettandoli su altre persone. Non temo l’omosessualità e non ho difficoltà a parlarne, ma io non sono frocio: almeno non in questa vita. Forse in un’esistenza passata sono stato una checca cortigiana? In questa vita ho voglia di lineamenti femminili: occhi chiari, capelli biondi, arti esili e cervello funzionante. A me piacciono le valchirie, ma posso sorvolare sopra la bellezza nordica a patto che il cerebro funzioni.

Francesco

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