Tra pochi minuti mi laverò, mi vestirò e uscirò di casa. Là fuori c’è una timida giornata di sole ad attendermi. Aprile sta per terminare come tutti gli altri mesi a cui ho partecipato, mesi composti mediamente da trenta giorni che talvolta sembrano lunghi concorsi a premi. Sono sereno, ma ancora incompleto. Ogni notte, prima di addormentarmi, elaboro brevi previsioni sul mio futuro. La ricerca di un’ipotesi dolce e semplice spesso antecede il mio sonno. Talvolta la mia assenza di ambizioni mi sussurra giudizi: “Francesco, sei una persona mediocre”. La mediocrità è uno status che si acquisice con il tempo e oggi essa è il mio status quo. Per me la mediocrità non ha sempre un’accezione negativa e credo che in alcuni casi possa presentare delle sfaccettature inaspettate. In certi momenti mi sembra che il mio relax sia inscindibile dalla mia vita, ma sono consapevole che non è così. L’apatia e l’ozio assomigliano a due pretoriani che proteggono le mie giornate. Sono ancora giovane e incompleto, come ho già scritto, ma alle volte ho la sensazione che la mia vita abbia raggiunto un traguardo interiore senza competere con gli eventi del tempo. Sono tremendamente ripetitivo, ma questa mia peculiarità non mi infastidisce. Ogni tanto mi annoio con me stesso e mi piglio in giro, però non lo faccio con cattiveria. Il mio sarcasmo può essere confuso con il cinismo, mentre il mio pene può essere confuso con un pezzo di liquirizia masticato da un alano. Nella fase conclusiva di queste parole mattutine si fanno spazio parole sconclusionate. Termino di scrivere, mi alzo in piedi e mi preaparo a vivere una nuova giornata nel mio sistema solare.