Nasiriyah regala dei nuovi martiri part time agli italiani. Questa sera a “Porta a Porta” opinionisti trascurabili proferiranno parole di cordoglio e di condanna tra una pubblicità delle videochiamate e l’altra. Mi è piaciuto il commento di Francesco Cossiga: “Il venticinque aprile Milano ha chiamato, il ventisette aprile Nassiriya ha risposto”. Credo che una parte d’Italia accolga con piacere la morte dei tre militari italiani e non mi riferisco solo a certi estremisti di sinistra che vilipendono le forze armate con slogan grotteschi. Non sono un militarista e non ho una posizione politica. Trovo che ogni conflitto bellico sia solo una guerra tra poveri. Non biasimo la resistenza irachena né i carabinieri di stanza in Mesopotamia. I guerriglieri e le forze di peacekeeping non sono altro che pedine sanguinolente sulla scacchiera del mondo. Aspetto con fermento un nuovo set di soldatini dedicato alla guerra in Iraq, d’altro canto pare che la vita sia veramente un gioco. Tra poco mangerò, e oltre al pranzo mi gusterò il sussiego del TG2. È possibile che questo attentato venga strumentalizzato e che si scatenino grandi bagarre in questo frangente della politica italiana. Mi domando se qualcuno si chieda ancora se esistano veramente le presunte armi chimiche che sono state usate come pretesto per le grandi manovre yankee. Immagino che il futuro riservi ancora oblio sia per certi occidentali, nella loro opulenza elitaria, che per certi orientali, nella loro jihad senza fine.