L’immagine di J. è ritornata dentro la camera chimerica della mia mente perché non sono stato in grado di sfrattarla. Sono un bugiardo, in realtà voglio che J. rimanga dentro le mie fantasie e che mi conceda la possibilità di apprezzarla nella quotidianità. Vaffanculo, la vita è troppo breve per le seghe mentali. J. è una creatura preziosa, ma non voglio enfatizzare le sue qualità perché non ho ancora la facoltà per farlo. Lei è una ragazza buffa e autoironica. J. è una criminale, si vede subito che i suoi occhi sono il frutto di una rapina a una gioielleria. Ogni tanto lei mi accusa di trattenermi dal dire certe cose, ma queste righe dimostrano il contrario. Posso cadenzare a voce le parole che scrivo e viceversa. È una spirale emotiva pomeridiana che ha riportato J. all’interno del mio cerebro. Non posso prevedere il futuro, ma posso manipolare il presente per dedicare queste righe a lei. Per me J. è una bellissima occasione e come ogni rara occasione di questo tipo ha la possibilità di durare tutta una vita e di perdurare dopo la morte. Sono pronto ad accettare ogni accusa di romanticismo. Anzi, ne formulo una io: “Francesco, la tua visione del rapporto di coppia è démodé, anzi, è anacronistica”. Mi piacciono le cose d’epoca e tra queste l’idea, forse vintage, di un legame affettivo resistente alla intemperie del tempo.
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