Collane di corallo attendono di accomodarsi sul suo collo. Ci sono boulevard lunghissimi da percorrere accanto a lei. Una serie di cardiopalmi mi attendono sui voli di linea per il Sol Levante dove un giorno la porterò. Sono in corso le inaugurazioni dei negozi tipici che distoglieranno la mia attenzione da lei per qualche minuto. I preparativi si stanno preparando per il giorno in cui immergeremo i nostri corpi avvizziti nelle acque termali. I maghrebini di Parigi richiederanno la nostra presenza all’interno dei loro ristoranti fatiscenti. Per alcuni giorni mi ritroverò sul suo letto, lei allargherà le gambe, ma talvolta io non riuscirò ad avere un’erezione e allora, in attesa di un momento propizio, ci dovremo accontentare di un’orgia con la mia autoironia. Vorrei essere più virile per questa stupenda infezione virale. Voglio che un matematico annoiato dall’aritmetica mi porti un abaco enorme per contare i baci cancerogeni della milady che aleggia in queste righe. Di chi sto parlando? Non conosco il suo nome, non so nemmeno se esista. In questo momento collego questa visione a J. Chi è J? J. è una meravigliosa bionda con occhiali da sole orribili, J. è una persona di diciotto anni con un carattere quasi materno, J. vessa i suoi polmoni a circa trenta chilometri da casa mia. Mi piacerebbe che J., in realtà G., fosse la i lunga definitiva nel mio alfabeto. Respiro piano perché l’affanno non velocizza le risposte del tempo. It’s time to eat.
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