Qualche giorno fa mi ha contattato una ragazza che conosco da un po’ di tempo e mi ha detto che sono molto intelligente, ma strano. Strano? Per me è strano che questa tizia ogni tanto spunti fuori per deliziarmi con le sue minchiate. Ho già scritto cosa penso delle persone vomitevoli che mi definiscono intelligente, quindi dedicherò le prossime righe ai poveri dementi che come la suddetta peripatetica mi appellano “strano”. Cosa vuol dire strano? È strano tutto ciò che differisce dai canoni della normalità. E allora quali sono i canoni della normalità? È abbastanza evidente che le accezioni di stranezza e normalità risiedano nella sfera della soggettività ed è quindi difficile affermare in modo assoluto cosa sia strano e cosa sia normale. Per me è strano chi afferma delle cose senza argomentare perché tra i canoni della mia normalità si annovera la capacità di motivare le proprie parole. Io non sono estraneo alle uscite prive di senso, ma almeno ho la decenza di non negare l’insensatezza che talvolta esce dalla mia bocca di merda. Quando la signorina citata all’inizio mi ha definito strano non sono riuscito a chiederle il motivo perché le risate scaturite in me dalla sua asserzione non me lo hanno permesso. La prossima volta risparmierò vocaboli e mostrerò direttamente queste righe a quella mente illuminata che vomita affermazioni inconfutabili sul mio conto. Questa giovane donna mi conosce da sei anni e non ha ancora capito un cazzo di me. Sto iniziando a pensare che sarebbe stato meglio se in questi sei anni mi fossi dedicato alla collezione di escrementi canini piuttosto che al dialogo con questa aspirante pin-up in miniatura della provincia di Grosseto. Forse sono troppo caustico o forse sono troppo indulgente, ma alla fine non me ne frega un cazzo. Il mio relax mi strizza l’occhio, mentre a qualcun altro certe persone strizzano parti del corpo in cambio di cartamoneta.
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