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Un sabato italiano

Anche oggi non ho fatto granché. Qualche ora fa sono uscito e ho corso per alcuni chilometri. Non ho nulla in programma per stasera né per gli anni a venire. Ho visto delle belle persone per le strade: alcuni miei coetanei e alcune mie coetanee in fase d’infatuazione o d’innamoramento e altre persone più avvizzite ma non meno splendide nelle smorfie di gioia dei loro visi. Ogni tanto sento confondere l’intelligenza con la cultura. Non credo che per essere intelligenti occorra avere una grande cultura, ma penso che sia sufficiente possedere la capacità di amare. Posso solo ridere in faccia a chi tenta sempre di ostentare le proprie conoscenze per sopperire al vuoto della propria vita. Vaffanculo la pittura, l’architettura, la scrittura, la lettura e ogni altra fottuta rottura. Gradisco le persone che sanno dissertare con grande eloquenza sul prodotto della sapienza umana, ma fino a oggi solo Carmelo Bene è stato in grado di delizarmi con la sua erudizione senza darmi l’impressione di essere uno dei tanti minchioni parlanti. Penso che lo scibile umano sia un gradino sotto, o forse una gradinata, a quella meravigliosa mistura di ormoni e sentimenti che può durare tutta una vita. Ritengo che la capacità di innamorarsi e di farsi amare oltrepassi qualsiasi simposio del cazzo. Purtroppo spesso vengo a contatto con persone saccenti che vogliono dialogare con me di argomenti che non mi interessano. A me piace bestemmiare e non dissertare di filosofia. Il fatto che io abbia delle nozioni filosofiche non vuol dire che io ami questo passatempo di origine greca. Qualcuno crede che il mio linguaggio sia forbito: poveri stronzi. Mi sono accorto che talvolta persone con un elevato grado d’istruzione sono abbastanza superficiali e tendono a idolatrare le proprie conoscenze. Probabilmente aveva ragione quel culattone di Pasolini quando affermava che la cultura può creare danni quando essa si assesta su un livello borghese. In futuro devo ricordarmi di essere più caustico nei confronti di certi radical-chic. Inoltre mi chiedo come facciano certi buffoni a ritenermi un acculturato se ogni volta che devo coniugare un congiuntivo mi affido al lancio di un euro. In realtà il mio è un quesito retorico e la risposta è abbastanza facile: taluni pensano che io sia istruito perché uso un lessico un po’ variegato. Questa è l’ennesima riprova che il potere dell’apparenza si annida ovunque.

Francesco

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