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Il mio genoma caratteriale

Pubblicato mercoledì 12 Aprile 2006 alle 20:20 da Francesco

A me non piace la cultura. Alcune persone credono che io sia un amante delle arti, ma si sbagliano. Non ho mai sofferto della sindrome di Stendhal. Alcune checche e certe ragazze ingenue mi ritengono un giovane aitante e colto, ma io non lo sono. Per me la modestia è sinonimo di ipocrisia e io non scrivo queste righe per modestia. Per me l’amicizia non ha grande valore, specialmente quella maschile. Certe volte posso sembrare rude e poco educato, ciò è da imputare alla schiettezza alla quale mi sono assuefatto da anni. A me non interessano le parole di coloro che mi fermano per strada, che mi contattano in chat o che fanno squillare il cellulare che non ricordo mai di possedere. Non nego mai una risposta, ma non voglio che qualcuno pensi che mi interessi veramente l’espressione orale o scritta della sua psiche. In questa fase della mia vita riesco a dare un po’ di peso solo alle parole scritte di una giovane fumatrice bionda. In passato sono state tre o quattro le persone che sono riuscite a muovere l’ago della bilancia del mio interesse ed erano tutte ragazze. Sbaglio a definire Bogdan come mio amico. Lui è semplicemente un collega d’ozio rumeno con il quale vado d’accordo. Credo che alcune persone ingenue possano affezionarsi a me perché vedono nei miei sofismi elementari un ulteriore avallo alle scelte delle loro esistenze. Forse sono presuntuoso o semplicemente illuso, tuttavia le cose stanno in questo modo: io non sono un ideale e non voglio esserlo per nessuno. Non sono una persona virtuosa né un idealista solo perché attendo un’improbabile occasione d’amore invece di appagare il mio cazzo: sono semplicemente fatto così. Dietro la cordialità di certe persone vi è un secondo fine. Gli uomini vogliono il mio culo, le ragazze vogliono il mio scroto, ma io sono ambizioso e miro a un rapporto d’amore con una ragazza nubile con cui parlare tra un viaggio e una scopata. Non sono un campanilista e non mi piace molto parlare in italiano. Adoro le bionde, ma ultimamente nelle mie fantasie amorose vi è una bellissima hostess di Hong Kong con la quale amoreggio in inglese. Stimo le persone dirette. Forse il cervello fottuto di qualche maschio si masturba con le mie foto e il reame fiabesco di qualche femmina è governato dalla mia effigie, ma da ambo i sessi ricevo solo frasi di circostanza nelle quali i signori e le signorine vogliono farmi intendere un apprezzamento caratteriale, quando invece sono interessati alla carne. Non c’è nulla di male in tutto questo, anzi, mi fa ridere come ambo i sessi non riescano a esprimere il proprio intimo. Per quanto mi riguarda non ho problemi con la mia esistenza perché riesco ad accettarla e so che ha ampi margini di miglioramento. Alcune volte mi sembra che siano gli altri a sentirsi oppressi dal mio stile di vita e credo che dispensino consigli nella speranza che un mio presunto “miglioramento” possa alleviare il loro vuoto esistenziale. Non ho bisogno di consigli, non ho bisogno di fantasie erotiche, non ho bisogno di giudizi ai quali non presto attenzione. Per quanto mi riguarda continuo a godermi la mia vita e spero di condividere i miei anni con una ragazza a metà tra Venere e Minerva. Non me ne frega davvero un cazzo del resto. Il mio non è nichilismo, ma semplice egoismo. In futuro scriverò un articolo per dipingere un quadro incompleto dei miei rapporti interpersonali e all’interno ci saranno i nomi (non i cognomi) di alcuni personaggi della mia vita.

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