Ogni volta che mi trovo seduto sulla tazza del cesso mi diverto a pensare. Per me il bagno è un piccolo monastero. Adoro spingere fuori lo stronzo di turno che pende dal mio culo e ponderare gli eventi del mio passato. Mi piace accompagnare la carta igienica sul mio sfintere e lanciare occhiate alle ipotesi che formulo riguardo al mio futuro. Tutte le volte che l’acqua calda del bidet accarezza il mio scroto rimango estasiato dal suo effetto corroborante. A seguito di ogni riunione di gabinetto lascio che il borotalco imbianchi i miei glutei. Ogni tanto mi affaccio allo specchio del bagno e inizio a parlare con un tipo che si chiama Francesco. In alcuni luoghi si chiama toilette, in altri WC, ma per me rimane semplicemente il reame della merda e del pensiero. Non ho parole da aggiungere, possiedo solo litri di urina che stanno nella mia vescia come in uno shaker e che attendono di evadere dal mio organismo.
Oggi ho corso venti chilometri in poco meno di un'ora e venti minuti: fuori non…
Ultima lettura dell'anno, invero conclusasi settimane or sono con somma soddisfazione. Di norma non accetto…
Non ho novità di rilievo in questo mio incedere verso l'attimo che segue. Un'anziana signora…
Il clima mite di questo dicembre inoltrato mi ricorda il periodo natalizio che ebbi a…
Una morte improvvisa ha colto una persona di mia conoscenza. Taluni lasciano il corpo senza…
Secondo me è assurda la pretesa di chiunque si aspetti sempre onestà intellettuale dagli altri,…