Nella mia vita è sempre mancata una figura paterna. Mia madre ha assolto da sola i compiti di genitore e di donna in carriera. Fino a qualche anno fa un signore di quasi cinquant’anni diceva di essere mio padre, ma io non gli ho mai creduto. Il mio presunto padre, al quale effettivamente assomiglio, si è separato da mia madre ed è tornato a vivere nel suo comune di nascita con una ex amica anemica di mia madre. È la classica storia provinciale. Il mio presunto padre è una persona debole e devastata dai complessi: è un fumatore calvo con qualche chilo di troppo. Mia madre ha sette anni in più di lui e non ha mai accettato di farsi sposare. Ormai non ho più l’età anagrafica per avere un padre e mi considero un mezzo orfano. Purtroppo i genitori non si possono scegliere; a me non è andata poi così male. Sono un viziato mantenuto e libero da ogni responsabilità. Mia madre vive con me sei mesi all’anno e i miei pasti spesso sono preparati da mia nonna che abita in un’appartamento poco distante dalla mia porta. Mia nonna mi sta sul cazzo per i suoi comportamenti isterici, per questo motivo la evito da circa un anno e le permetto solo di portarmi il pranzo. Come ho già scritto: a me non basta un legame sanguigno per giustificare sentimenti d’affetto. La mia famiglia è formata da me, da mia madre e da un vecchio pastore maremmano. Alcune volte le donne si intestardiscono e pensano di essere in grado di cambiare i loro uomni: talvolta ciò non accade. Sto ascoltando “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin e mi preparo a mangiare.
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