Anche oggi mi sono svegliato alle tre e mezzo di pomeriggio. È un sabato ombroso che credo, forse erroneamente, non abbia nulla da offrirmi. La mia testa ruota e il mio sguardo cerca qualcosa per mettere in moto l’ispirazione pomeridiana, ma non c’è nulla che riesca ad accendere la mia verve. Keiko Matsui, una tastierista fusion nipponica di talento, mi fa compagnia in questa prima parte della mia giornata. La quiete possiede ancora le chiavi della mia vita e non sembra intenzionata a cederle. Mi sembra di vivere le ore seguenti al dies irae, ovvero il giorno del giudizio in cui credono i cristiani. La mia pace è frutto di un inverno nucleare e si espande così velocemente da risultare impercettibile ai sensi umani. Spesso sono monotono, ma le parole che ripeto non sono altro che il riflesso della mia esistenza pacata. Sono vivo come altri miliardi di persone e lascio che il tempo porti occasioni per un nuovo inizio o che incida un epitaffio sulla mia carne prima che essa vada in necrosi.
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