Sono appena uscito dalla doccia. Ho trascorso la seconda parte del pomeriggio come avevo programmato: cyclette e pesi davanti agli episodi di City Hunter. Mi piace la stanchezza leggera che transita nelle mie ossa, produce una variante della dolcezza che latita dalla mia esistenza e compensa la mia mancanza di effusioni. Oggi mi sono fatto la barba e ora ne approfitto per toccarmi il viso; le mie dita accarezzano le guance con un po’ di innocenza e con un po’ di malizia legata all’autoerotismo. In questo momento mi piacerebbe cingere il girovita di una baccante speciale e preparare con lei una cena semplice e gradevole al gusto. Le mie proiezioni fantastiche, che elaboro con cadenza fissa, possono sembrare sintomo di dissociazione mentale, ma ho la presunzione di credere che pochi come me abbiano i piedi ben saldi sul filo della realtà . Non mi sottraggo mai al confronto con gli altri e sono sempre pronto a mostrare la nudità del mio carattere. Nel bene e nel male voglio che il mio viso sia l’effige delle mie azioni, per questo non mi nascondo dietro l’anonimato che può offrire la società moderna. Ho conosciuto persone che asserivano di disprezzare l’ipocrisia, ma la realtà e la sua concretezza hanno dimostrato che quelle persone erano le prime a mentire a loro stesse. Non esiste ipocrisia nella società , come tanti finti ribelli brufolosi asseriscono, esistono solo collettivi di stronzi, come forse è giusto che sia nell’equilibrio morale dell’uomo. Una pizza margherita è pronta sulla mia tavola. Concludo con un importante avvenimento odierno: mi sono ricordato di masturbarmi.