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Risveglio poetico

Stamane il mio risveglio è stato meraviglioso. Durante il dormiveglia ho iniziato a sentire il suono monotono di un sax provenire dal palazzo di fronte. Probabilmente qualcuno si stava esercitando con il sassofono. Mi è piaciuto moltissimo svegliarmi con il suono sbilenco di questo strumento a fiato, nonostante l’esecuzione amatoriale. Prima di alzarmi dal letto mi sarebbe piaciuto osservare la mia menade dormiente, ma al momento ella non esiste. In questo istante la mia finestra aperta fa da usciere a un vento leggero e ad alcuni raggi solari. Da circa una settimana, nella mia cittadina, si susseguono giornate sempre più belle e questo credo che sia un chiaro avvertimento dell’invasione primaverile. Di solito sto bene, ma stamani riesco addirittura a toccare il cielo con un dito. In giornate come queste, battezzate da risvegli celestiali, metto in dubbio la natura mortale dell’essere umano. Per me è bizzarro come questa stagione possa condividere la mia serenità e atti biechi narrati dalla cronaca quotidiana: rapimenti, emersioni di doppie personalità, violenze domestiche e scandali politici. Ogni giorno, da qualche parte, avviene un acting out che assume forme inquietanti. Sono uno spettatore del mondo mimetizzato da comparsa inerte. Metto il punto a questa frase e inizio la mia, solita, giornata.

Francesco

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