È una giornata soleggiata. Ho trascorso le prime ore pomeridiane alle prese con una simulazione bellica su Internet assieme ad altri giocatori europei. Quattordici persone, talvolta più, intente a uccidersi virtualmente. Forse a ventuno anni dovrei smetterla di alienarmi con i videogiochi, ma non ho ancora trovato nulla di meglio da fare. L’unico pensiero che in questo momento popola il mio cerebro è la cena: un vasetto di yogurt da cinquecento grammi. Non ho molto da scrivere. Continuo a credere che nella mia vita manchi una presenza femminile. Il mio compleanno è il sei giugno e ciò che significa che tra meno di tre mesi compirò ventidue anni. Mi chiedo se il numero ventidue abbia una qualche valenza cabalistica. Alle volte mi rende cupo pensare ai giorni che ho speso su questo pianeta, ma ogni volta riesco a ribellarmi alle ombre del passato e della noia. Io sorrido anche se non c’è un cazzo da ridere. Sto bene? Sì, e questo è l’importante. Voglio vivere a lungo, a lungo.
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