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Il sonno latitante

Sono ancora in piedi, non avverto sonno né fatica. Il mio stomaco brontola, ma non ho fame. È una giornata ventosa, dipinta dalle nubi e straziata dalla routine umana. Oggi è festa per i cristiani, nella loro mitologia la domenica è il giorno del riposo di colui che ritengono il creatore di questo mondo. Qualcosa non mi è chiaro: come può una divinità necessitare di un mero bisogno mortale come il riposo? Come può un essere onnipotente, detentore della perfezione universale, creare una cloaca ovale sulla quale allevare creature primitive e autolesioniste? Non ho risposte a questi quesiti perché la teologia non rientra tra le mie passioni. Da piccolo sono stato forzato a seguire i dogmi del cattolicesimo, ma con il tempo sono riuscito a emanciparmi dalla follia religiosa che avvolge menti deboli e perverse. Ricordo che da bambino avevo paura di andare in chiesa perché temevo quelle mura falsamente sacre, addobbate con icone spaventose, profumate con l’olezzo del pentimento e decorate con immagini apocalittiche. Sono stato battezzato contro il mio volere e questo non ha nulla a che fare con la fede propugnata dall’esercito clericale. Se la fede è un processo interiore perché viene coercizzata con il battesimo e con altre cerimonie liturgiche che vengono imposte a infanti ancora privi di una sfera spirituale? È una domanda retorica e la risposta si trova nel regime di terrore di ogni diocesi. Spero che ogni religione di questo mondo torni ad assumere la sua forma mitologica, in modo da lasciare che l’uomo si evolva senza restrizioni scritte su libri catalogabili come fantasy. Anche se il mio nome fa parte dell’elenco dei battezzati, io continuo a firmare ogni giorno il mio atto di apostasia contro coloro che approffittano delle debolezze degli uomini per esercitare un potere politico ed economico. Non credo che esista una vera spiritualità, ma solo un materialismo edulcorato con l’oppio. Il mio sonno fisico continua a latitare, mentre quello spirituale delle mandrie di fedeli vigila sulla pianura arida del bisogno di certezze, e lo fa da millenni.

Francesco

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