Non riesco a dormire. Gli sbadigli fanno eco sul palmo della mia mano destra, lo stomaco borbotta qualcosa di incomprensibile e le dita assecondano il flusso delle parole. In questo momento la mia stanza è buia; una camera oscura nella quale sviluppo i negativi della mia esistenza per trarne beneficio. Mi sento bene. Adoro l’attività onirica e mi auguro che il sonno non tardi a dare inizio al lavorìo del mio inconscio. Torno a bordo delle coperte per tentare nuovamente di mettere in moto la macchina della realtà dormiente.
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