Sento la mancanza delle mie sembianze fetali. Vorrei tornare nel grembo materno, aggrapparmi al cordone ombelicale e gioire nella mia forma prenatale. In questi giorni non c’è calore umano, la trincea è sempre più fredda e attorno al vuoto si dilatano distese di ghiaccio a perdita d’occhio. Mi diletto a guardare la caduta dei rami e gli affreschi provvisori delle nubi. Non so più parlare e il mio fucile semiautomatico non ricorda come si spara. Non sono di stanza al fronte. Sono di stanza nella mia stanza. Il tic tac di un orologio invisibile mi ricorda un impegno notturno: una breve corsa lungo le mura di ponente per tenermi in forma. Vorrei scolpire una nuova vita sulle rughe che mi aspettano e poi guardarmi allo specchio durante le prime luci di una qualsiasi domenica mattina.
Secondo me è assurda la pretesa di chiunque si aspetti sempre onestà intellettuale dagli altri,…
Mi appoggio ai silenzi che si susseguono senza soluzione di continuità, tuttavia con la stessa…
Funesti e ottobrini all'esterno, finora i giorni del corrente mese hanno invece irradiato la mia…
Se dimorassi al settimo cielo riuscirei a vedere le lunghe gittate dei missili balistici? Non…
Venerdì mi sono recato a Roma per vedere dal vivo i Belphegor e quello che…