Oggi non mi limito a scrivere, infatti aggiungo la lettura al solito testo scritto.
“Non mi sento parte di questa epoca, non mi sento parte della mia generazione. Vivo come in ascesi nel mezzo del nulla e ogni tanto mi trovo a deambulare tra corpi diafani dai quali traspare la luce della voglia di prevaricare. Ci sono gerarchie invisibili delle quali non mi preoccupo. Vedo conflitti interiori tra le smorfie dei visi e le paresi delle maschere. Il mio volto non è coperto da nessun elemento estraneo e i tratti del mio viso mi rappresentano senza censura. Mi piace stare faccia a faccia e fino ad oggi non sono mai stato faccia al muro. Conosco tradimenti e menzogne di poveri diavoli e troie involontarie, discorsi privi di senso e grandi rincorse per ottenere improbabili giustificazioni. Ho ascoltato finti vittimisti, ho letto e udito intime confessioni ritrattate di fronte al giudice del rispetto. Ho avuto sempre a che fare con pregiudicati incensurati pieni di pregiudizi: sia uomini che donne. Ne ho le palle piene ma non mi lamento, lancio semplicemente un monito e un apprezzamento silenzioso a coloro che ancora non sono scesi a patti con se stessi per vivere secondo macabri schemi di fandonie”.