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Reminiscenze di prima mattina

Pubblicato sabato 4 Febbraio 2006 alle 08:03 da Francesco

Quando andavo alle superiori saltavo frequentemente le lezioni. Di solito, quando non mi trovavo tra i banchi di scuola, passavo la mattina a Grosseto, camminavo per ore senza meta e spesso senza proferire parola con nessuno. Altre volte mi accompagnavo a bizzarri personaggi di provincia, nullafacenti cronici e schiavi della nicotina, con i quali parlavo anche per ore con la consapevolezza di non riuscire a comunicare. Mi piaceva stare lontano dall’ottusità imperante dell’aula scolastica; mi sentivo libero e appagato. Dopo il diploma mi sono iscritto all’università per evitare la leva militare, infatti l’ateneo grossetano mi ha visto solo due volte tra le sue mura. Voglio fare un passo indietro e gettare qualche altra parola sulle mattine in cui ero assente da scuola. Ricordo l’odore di caffè mai bevuto, le nubi di fumo passivo che scacciavo via con la mano, le luci psichedeliche dei coin up che chiedevano una moneta da cinquecento lire, i discorsi sconclusionati di persone che non conoscevo, le facce butterate e semplici di persone che iniziavo a conoscere, le piccole confessioni spontanee, l’olezzo di adolescenti mie coetanee che vedevo sempre troppo distanti dal mio pianeta: è una tela dipinta con stilemi e rappresenta l’apatia prolungata di un ex pubescente.

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