Sono le sei e mezzo di mattina, fuori fa freddo ed è ancora buio. Ho spento il termosifone della mia stanza, ho aperto la finestra ma non le persiane. Voglio che un po’ di gelo mi avvolga. Durante l’inverno non uso mai il cappotto, e quando esco indosso una maglietta a maniche corte e una felpa, un paio di pantaloni da ginnastica e delle scarpe da tennis. Probabilmente mi piacciono i brividi di freddo perché sono gli unici brividi che conosco. Mentre scrivo sento i rumori delle prime auto e dei camion, sono rumori ripetitivi e a volte fastidiosi, mi entrano in testa e mi percuotono un po’ prima di dileguarsi. Mi sono svegliato alle dieci di sera e credo che andrò a dormire nel primo pomeriggio. Durante la notte alzo i pesi, mi alleno con il vogatore, leggo qualche pagina del libro di turno, mi diletto con i videogiochi, mi informo su ciò che accade nel mondo, e quando ne ho le palle piene mi masturbo. Non ho molto da scrivere, tuttavia non voglio lasciare deserte queste righe virtuali. Credo che la mia mancanza di argomenti dipenda dalla mia mancanza di interessi. La mia vita è strana e silenziosa, inerte e priva di doveri. Qualche anno fa un tipo mi definì schiavo della mia libertà; probabilmente aveva ragione. Ho voglia di cambiare, ma voglio che il cambiamento sia naturale e non forzato dalle circostanze.
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